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Tutti possono scrivere?

Tutti possono scrivere? Certo che sì, così come tutti possono cantare e tutti possono dipingere ma questo non fa di loro dei cantanti o dei pittori. Mi piace cantare ma sono stonata come una campana, adoro l’arte ma con una matita in mano faccio più danni che se prendessi a martellate una parete.
Per cui, la vera domanda dovrebbe essere: tutti possono pubblicare? Anche qui, la risposta, oggigiorno, è sì… purtroppo. Dico purtroppo perché non tutti dovrebbero pubblicare. Nel marasma del self-publishing probabilmente è vero che ci sia chi valga realmente, ma viene sommerso inevitabilmente da tutta una serie di scritti a dir poco vomitevoli che si fanno spazio a suon di gomitate e condivisioni su facebook e i cui autori hanno la presunzione di spacciarsi scrittori. E lo fanno grazie a quella manata di “pseudo-lettori” che si ergono ad amanti dei libri ma che di libri e lettura sanno veramente, tristemente, poco, molto poco.
Mi riferisco chiaramente a quella mandria di assatanati che non fanno altro che andare alla ricerca dell’ultimo libro stile Cinquanta Sfumature
E non sto dicendo che libri del genere siano del tutto da debellare, anzi, evviva la varietà ma che siano, almeno, di buon gusto, con un senso, scritti bene e con uno stile ricercato.
La cosa che più mi fa imbestialire sono quegli “autori self” che, nella loro smania di onnipotenza, credono che per essere considerati scrittori basti usufruire del più noto servizio Amazon ed è fatta, sono stati pubblicati. Ma, sorpresa!!!, non è così. Vi informo, nel caso non ve ne foste accorti, cari self, che questo non basta. E quando gli fai notare che magari il loro testo andrebbe quanto meno sottoposto a una revisione seria, attenta e professionale di un editor la risposta è: costano troppo.
Beh, sai caro Autore-self qual è il tuo costo? È il decadimento della cultura. Perché dai in pasto al lettore (per chi ci casca) un prodotto scadente non solo dal punto di vista della trama (tranne che per le eccezioni che sono, appunto, eccezioni) ma anche della sintassi, del lessico e della grammatica. E questo non fa altro che diffondere una già di per sé diffusa ignoranza.
La passione della scrittura deve essere concessa a tutti, ci mancherebbe. Ma pubblicare è una cosa seria.

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